Fervore Educativo in Corea del Sud

di Simona Tarquini (Sezione Corea)

Il fenomeno del fervore educativo in Corea del Sud è un problema sociale ereditato dal passato dinamico del paese, e si presenta come un’eccessiva ossessione per l’istruzione dove i genitori assumono un ruolo predominante nella gestione della carriera accademica dei loro figli, a partire dalla più tenera età. Sebbene i bambini siano le principali vittime di questo fenomeno, a monte del problema ci sono famiglie spesso oggetto di pressioni sociali o norme di gruppo, costrette a divenire a propria volta consumatrici di un mercato dove l’istruzione è considerata una merce, nonché strumento di mobilità sociale.

Non solo radicata nell’era moderna, questo interesse compulsivo nei confronti dell’istruzione affonda le sue radici nel passato della Corea, ai tempi della dinastia Joseon (조선), 1392-1910, quando l’istruzione stessa è stata influenzata, insieme con la politica, l’economia, la società e la cultura, dal confucianesimo. Molto più di una religione, il confucianesimo si impose come ideologia nazionale, proponendosi fra i tanti compiti svolti di istruire nobili gentiluomini delle classi illustri, denominati yangban (양반), a diventare virtuosi membri della società attraverso gli esami nazionali detti gwageo (과거), rendendo così l’istruzione un lusso di cui in pochi potevano disporre.

Un sistema che venne del tutto eliminato dall’avvento del dominio giapponese nel 1919 e che, solo dopo la liberazione del 1945, vide il paese impegnato in una nuova politica educativa concentrata principalmente sulla democratizzazione dell’istruzione mentre questa veniva resa obbligatoria. Allo scoppio della guerra di Corea nel 1950, guidato dal presidente Rhee Syngman (이승만), il governo iniziò a investire nell’istruzione come risorsa nazionale, in particolare sulle scuole primarie che, nelle regioni rurali, fungevano da avamposto per lo sviluppo della comunità stessa. In tal modo, nel momento in cui la scuola primaria venne resa obbligatoria, è positivo affermare che, seppur ancora agricola, una nuova società industriale emerse, contribuendo a fornire possibilità di lavoro prima fortemente limitate. Dopo le dimissioni di Rhee, in seguito al colpo di stato di Bak Jeonghui (박정희) del 1961, il nuovo governo iniziò ad agire al fine di soddisfare la crescente domanda di un’educazione più avanzata e segnando così l’origine del fenomeno del fervore educativo in un contesto competitivo in cui una nuova industria manifatturiera orientata all’esportazione stava ora guidando la crescita economica della Corea.

Dagli anni settanta in poi, prima sotto il presidente Chun Doohwan (전두환), è con l’avvento della globalizzazione e con il presidente Kim Youngsam (김영삼) negli anni novanta, che il governo coreano ha dovuto adottare una maggiore consapevolezza sia in ambito educativo sia in ambito economico, di fatto impegnandosi in riforme volte a migliorare la qualità delle università, obiettivo accantonato nel corso della crisi finanziaria asiatica avvenuta tra il 1997 e il 1998, e durante la quale il governo sud coreano guidato da Kim Daejung (김대중) limitò la politica educativa alla ripresa economica, l’accento posto su termini quali concorrenza, rendimento ed efficienza, mentre l’istruzione tornava ad essere ancora una volta la principale forza trainante per lo sviluppo nazionale o, in questo caso, per la ripresa.

Eppure è dai primi anni 2000 che l’equilibrio del sistema educativo ha iniziato a spostarsi verso l’istruzione privata; sotto il presidente Lee Myungbak (이명박) i limiti dell’istruzione pubblica iniziano ad essere più evidenti, e pur sottolineando l’importanza di un’educazione egualitaria e democratica, il settore privato ha subito un aumento esponenziale delle iscrizioni (Yoon, K. 2014): 20% per le scuole medie, 55% per le scuole superiori, e il 78% per college e università.

Nel corso degli anni le politiche educative hanno subito molteplici cambiamenti, sia nell’apprendimento diversificato che nei contenuti, tuttavia ciò non si è dimostrato all’altezza delle aspettative dei genitori che, a loro volta, hanno ritenuto più producente allontanare i propri figli dall’istruzione pubblica che non ritenevano essere affidabile. La globalizzazione ha messo a dura prova una situazione già di per sé fragile, evidenziando come gli obiettivi delle politiche educative si siano rivelati infruttuosi rispetto ai bisogni degli studenti e dei genitori. Inevitabilmente, dal momento in cui l’istruzione è diventata il modo più equo ed efficace per avere successo nella società coreana, i genitori non hanno potuto fare a meno di investire nell’istruzione privata dei loro figli al fine di costruire un cosiddetto capitale sociale attraverso il quale garantire e garantirsi una posizione di rilievo nella società. Un atteggiamento legato al fenomeno del fervore per l’educazione che ha invero influenzato sia positivamente che negativamente la società e l’educazione coreana. Se da un lato questa propensione all’istruzione ha guidato lo sviluppo politico nonché socioeconomico della Corea, al contempo si è resa responsabile di innumerevoli problemi sociali e educativi come una società accademicamente orientata, elitarismo, eccessivo consumismo e strumentalizzazione dell’istruzione. Tutti aspetti che hanno finito per influenzare negativamente non solo le famiglie coinvolte, ma soprattutto gli studenti che nella stragrande maggioranza finiscono per soffrire di problemi psicologici ed emotivi che inevitabilmente si riflettono sul loro sviluppo e sulle loro capacità interpersonali qualora costretti all’istruzione privata fin dalla prima infanzia.

In conclusione, il fenomeno del fervore educativo può essere considerato una questione sociale proveniente dal passato del paese, prima dall’ideologia confuciana dominante durante il periodo Joseon, e poi attraverso il rapido sviluppo della Corea del Sud e la conseguente mentalità adottata, sia come risultato che come fattore determinante di una serie di politiche educative attuate a partire dalla fine della guerra di Corea. Questo fenomeno mostra un’eccessiva ossessione per l’istruzione, in cui i genitori assumono un ruolo centrale nella gestione delle carriere accademiche dei loro figli fin dai primi anni di vita. I giovani studenti naturalmente sono le principali vittime di questa frenesia, caricati di ingiuste responsabilità e che pure non mancano di ricadere sull’intera unità familiare, soggetta ad altrettante pressioni sociali da cui non sembra esserci via di fuga, spinti ad un consumismo ben al di là delle proprie possibilità economiche. Per quanto il contesto confuciano, in cui il fenomeno del fervore educativo si è originato, abbia contribuito alla sua diffusione e affermazione culturale, le scelte politiche adottate dal governo nel corso degli anni non sono state meno influenti.

Bibliografia

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Yang, J., & Tan, C. (2019). Advancing student-centric education in Korea: Issues and challenges. The Asia-Pacific Education Researcher, 28(6), 483-493.

Yoon, K. (2014). The change and structure of Korean education policy in history. Italian Journal of Sociology of Education, 6(2).

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