di Veronica Di Silvestre
Nello sconfinato panorama della letteratura cinese contemporanea, il movimento letterario dei Poeti Oscuri (朦胧诗人 Menglong Shiren o 朦胧诗派 Menglong Shipai), sorto alla fine degli anni Settanta, è stato il protagonista della nuova tendenza poetica del periodo post-maoista conosciuta come “Marea della Nuova Poesia” (新诗潮 Xinshi Chao). Con la fine del Maoismo nel 1976 e il lancio della nuova politica “Riforma e Apertura” di Deng Xiaoping nel 1978, la letteratura e la poesia – quasi completamente azzerate negli anni della Rivoluzione Culturale – hanno incominciato a rifiorire gradualmente. Da quel momento in poi il governo cinese, nei confronti della letteratura e delle arti, ha alternato un atteggiamento di apertura ad uno più repressivo, soprattutto quando queste chiamavano in causa degli addentellati sociali o politici.
In quello stesso contesto, hanno iniziato ad affermarsi i cosiddetti Poeti Oscuri. Si trattava di un gruppo di giovani poeti il cui nome fa riferimento alle loro poesie di difficile comprensione, composte avvalendosi di immagini polivalenti e di una sintassi irregolare (Tan, 2016). Sebbene questo movimento sia stato a lungo ritenuto frutto dell’influenza del Modernismo Occidentale e in particolare del poeta americano Ezra Pound, in realtà, è stato fin dall’inizio una diretta conseguenza delle condizioni ideologiche della Cina post-maoista (Chen, 1991). Lo sperimentalismo della forma di questa nuova corrente è debitore ai poeti del Movimento del Quattro Maggio (五四运动 Wusi Yundong) come Wen Yiduo (问多 1899-1946), Xu Zhimo (徐志摩 1897-1931), Zhu Xiang (朱湘 1904-1933), Bian Zhilin (卞之琳 1910-2000) e He Qifang (何 其芳 1912-1977). A differenza dei loro predecessori, i Poeti Oscuri non hanno cercato di adattare il verso occidentale alla poesia cinese. Essi si sono invece messi alla ricerca di nuove tecniche formali nella categoria del verso libero (McDougall,1985).
Nel loro programma, i Poeti Oscuri, affermavano che la nuova poesia non era né simbolista, né surrealista, né oscura, né impressionista ma piuttosto voleva essere espressione di: “uno spirito nazionale, la voce e il battito della generazione che pensa, una reazione alla malattia della poesia delle due decadi passate” (Chen) facendo così rivivere la tradizione visivo-imagista della poesia cinese. Andando contro la letteratura e poesia d’elogio a Mao e al Partito, i Poeti Oscuri esprimevano il loro dissenso nei confronti degli ideali di partito perduti e della corruzione. La loro poesia, indulgendo in un impressionismo molto ermetico, “oscuro” per l’appunto, e nell’individualismo si discostava dalla tradizione realista precedente. La letteratura di epoca maoista, infatti, doveva trattare di azioni e sentimenti collettivi senza lasciare spazio all’espressione individuale. Inoltre, il tono critico di molta poesia oscura rivelava lo sguardo scettico di questi poeti nei confronti della nuova politica di Deng e delle Quattro Modernizzazioni (Yeh, 2001). Proprio per questi motivi, sono stati fin da subito invisi al governo e le loro opere censurate. Tra questi poeti spiccavano Bei Dao (北岛 1949-), Yang Lian (杨练 1955-), Shi Zhi(食指 1948-), Mang Ke (芒克 1951-), Duo Duo (多 多 1951-), Shu Ting (舒婷 1952-), Liang Xiaobin (梁小斌 1954-), Gu Cheng (顾城 1956-1993), Ouxiang Jianghe (欧阳江河 1956-), Wang Jiaxin (王家新 1957-), Fang Han (方含 1947-) e Yan Li (严力 1954-). Inoltre, questo nuovo movimento letterario, ha contribuito alla nascita di una delle riviste underground più importanti del periodo ovvero Oggi (今天 Jintian). Fondata da Bei Dao e Mang Ke nel dicembre 1978, è stata la prima rivista indipendente della storia della Repubblica Popolare. La sua fondazione ha sancito la nascita della poesia d’avanguardia cinese. Questa rivista è nata in un gruppo di amici e giovani scrittori. Non potendo né stampare né pubblicare in forma ufficiale, i giovani poeti si sono procurati un mimeografo e si sono messi all’opera a casa di uno di loro. Dopo tre giorni e tre notti di lavoro, il 22 febbraio 1978, il primo numero è stato pubblicato sotto forma di manifesto a grandi caratteri dazibao sul “muro della democrazia” Minzhu Qiang nel quartiere di Xidan a Pechino. Tuttavia, nel 1980, a causa delle pressioni politiche, la rivista è stata costretta a fermarsi al nono numero.
Nel 1983, molti dei Poeti Oscuri sono stati vittime della campagna governativa “Anti- Inquinamento Spirituale” e della censura. Ma l’evento che ha funto da “catalizzatore” provocando la vera nuova rottura tra letteratura e politica è stato la repressione delle proteste di Piazza Tiananmen il 4 giugno 1989 (Van Crevel, 2008). Queste hanno avuto inizio ad aprile del 1989 in seguito alla morte dell’ex segretario generale del Partito comunista Hu Yaobang. Le manifestazioni di cordoglio ben presto si sono trasformate in proteste inneggianti alla democrazia e contro la corruzione del Partito. Le proteste, partite dalle Università di Pechino e dall’Università Qinghua, si sono presto allargate ad altre città. A maggio piazza Tiananmen era ormai occupata in maniera permanente (Bergère, 2000). Durante la protesta, gli insorti di Tiananmen avevano recitato alcune poesie di Bei Dao dai contenuti sovversivi come Dichiarazione. Per cui, sebbene il poeta non fosse in Cina in quel momento, divenne comunque un simbolo di democrazia e libertà (Li, 1996). Anche Yang Lian si trovava fuori dal paese, era infatti in Nuova Zelanda. Nonostante ciò, egli ha appoggiato le proteste di piazza Tiananmen. A seguito della soppressione della manifestazione, conclusasi nel sangue e nella violenza, Yang ha reagito protestando davanti all’ambasciata cinese a Wellington. Dopo il drammatico episodio di Piazza Tiananmen, quei poeti che si trovavano già all’estero come Bei Dao e Yang Lian ci sono rimasti. Gli altri che erano ancora in Cina, vedendo minacciata la loro libertà d’espressione, hanno lasciato il paese lo stesso anno o nei primi anni Novanta. È il caso di Duo Duo, Wang Jiaxin, Ouyang Jianghe e tanti altri.
Sebbene oggi la maggior parte dei Poeti Oscuri sia fuori dalla Cina, tuttavia la loro battaglia a favore della libertà d’espressione non si è mai fermata. Difatti, nel 1990 è nata una nuova edizione della rivista Jintian con il nome di Nuovo Oggi (新今天 Xin Jintian pubblicata inizialmente a Stoccolma. Nel contesto dell’esilio, questa rivista costituisce il più grande esempio di spazio moderno di resistenza. È proprio grazie all’esilio vissuto da coloro che vi contribuiscono, che la nuova rivista può rappresentare un tentativo di distacco tra letteratura e politica. Essa infatti si prefigge scopi puramente letterari e vuole essere priva di qualsiasi ideologia (LaPiana 1994). Durante il periodo di maggior popolarità dei Poeti Oscuri (1978-1989), la loro poesia era spesso vista come politicamente sovversiva anche quando voleva essere una semplice espressione dell’Io del poeta. Poiché dopo il 1989 la maggior parte di quelli che erano i Poeti Oscuri sono stati esiliati, il rilancio della rivista ha costituito per ciascun poeta un’opportunità di riscatto e un canale per esprimere appieno la propria creatività letteraria.
Bibliografia
Bergère M.C. (2000) La République Populaire de la Chine de 1949 à nos Jours. trad. it di G.V Marogna. La Cina dal 1949 ad Oggi. Bologna: il Mulino.
Chen X. (1991) Misunderstanding Western Modernism: The Menglong Movement in Post- Mao China. Representations, (35), 143-163.
Li D. (1996) Ideology and Conflict in Bei Dao’s Poetry. Modern Chinese Literature, 8 (2), 369-385.
LaPiana S. “An Interview with visiting artist: Bei Dao poet in exile”. The Journal, 2 (1) [online], URL: https://quod.lib.umich.edu/j/jii/4750978.0002.102/–interview- with-visiting-artist-bei-dao-poet-in-exile?rgn=main;view=fulltext,(ultima consultazione 24/04/2020).
McDougall B. (1985) Bei Dao’s Poetry: Revelation & Communication. Modern Chinese Literature, 1(2), 225-252.
Tan C.L. (2016) Constructing a System of Irregularities: The Poetry of Bei Dao, Yang Lian and Duo Duo. New Castle upon Tyne: Cambridge Scholar Publishing.
Van Crevel M. (2008) Chinese Poetry in Times of Mind, Mayhem and Money. Leida: Brill Editore.
Yeh M. (2001) Modern Poetry. In: The Columbia History of Chinese Literature. New York: Columbia University Press, p.457.
Copertina: “China” by Steve Webel is licensed under CC BY-NC-ND 2.0