Tokyo tira un sospiro di sollievo all’elezione di Yoon Suk-yeol in Corea del Sud

di Ilaria Canali (Sezione Giappone)

Il 10 marzo 2022 la Corea del sud ha eletto come nuovo presidente Yoon Suk-yeol che ha sconfitto il suo rivale liberal-progressista Lee Jae-myung, membro del partito del presidente uscente Moon Jae-in. Yoon è entrato nel ruolo di nuovo presidente ufficialmente a Maggio 2022. Con l’elezione di Yoon Suk-yeol , i conservatori tornano a capo della Corea del Sud dopo cinque anni di governo progressista. La sfida tra i due candidati rappresentanti dei  maggiori partiti, il partito conservatore (People Power Party o Partito del Potere Popolare) e il  Partito Democratico di Corea è stata molto combattuta, ma alla fine Yoon è riuscito a strappare la vittoria, da lui stesso definita “vittoria del popolo”, per un punto percentuale. Questa vittoria, tutt’altro che schiacciante, ha dimostrato quanto è diviso l’elettorato della decima economia mondiale (e sarà interessante stare a vedere quanto Yoon riuscirà a fare essendo parte della minoranza in parlamento1).  Un altro fatto da considerare è che  Yoon rappresenta una novità nella politica sudcoreana; egli infatti era conosciuto soprattutto per aver contribuito all’incriminazione per corruzione dell’ex presidentessa conservatrice Park Geun-hye nel 2015, quando operava come procuratore, ed è entrato in politica solo recentemente. Il nuovo leader è stato anche più volte paragonato a Donald Trump, non solo per essere un ‘novizio’ nella sfera politica ma anche per le sue posizioni molto estremiste e conservatrici, rivelatisi vicine a quelle più volte espresse dall’ex capo della Casa Bianca. Durante la campagna elettorale, infatti, Yoon ha dovuto gestire parecchi momenti imbarazzanti. Per citare un esempio, ha dovuto pubblicamente ritirare il suo supporto all’ex presidente autoritario Chun Doo-hwan, famoso per aver represso nel sangue la rivolta di Gwangju nel 1980, e definito da Yoon stesso “bravo nella sua linea politica” (Shin Ji-hye, 20212). Oltre a questo, le sue posizioni in tema di uguaglianza di genere hanno fatto storcere il naso a molti, dentro e fuori i confini nazionali. Il neopresidente eletto ha infatti dichiarato di voler abolire il Ministero per l’Eguaglianza di Genere, e accusa proprio i movimenti femministi di essere la causa principale del calo delle nascite in Corea del Sud, nonostante in un articolo della BBC il paese viene definito come uno dei più sottosviluppati in termini dei diritti delle donne3.   

In tema di politica estera invece sembra voler adottare fin da subito una linea più severa rispetto al suo predecessore Moon Jae-in.  In particolare, se per tutto il suo mandato Moon aveva cercato di stabilizzare e normalizzare i rapporti con la Corea del Nord, Yoon sembra voler fare l’opposto schierandosi a favore delle sanzioni, imposte dagli USA, contro Kim Jong-un, oltre a voler sviluppare nuove tecnologie per qualora cominciasse a mostrare apparenti segnali  di un attacco diretto ai danni della Corea del Sud .     

Molto severe sono anche le sue posizioni nei confronti della Cina. Come da precedenti dichiarazioni suggerisce, infatti, che la Corea del Sud dovrebbe cooperare “più da vicino” con i paesi del QUAD, l’alleanza militare formata da USA, Australia, India e Giappone, non specificando, tuttavia, se intenda entrare in questa alleanza o meno4.     

Da questo breve quadro introduttivo, Yoon non sembra essere tra i leader preferiti per l’Occidente democratico, che si augurava una vittoria del suo oppositore liberal democratico Lee. Tuttavia, l’elezione di Yoon è stata accolta abbastanza positivamente da Tokyo e dal partito conservatore giapponese che, a detta dei giornali, ‘sembra aver tirato un sospiro di sollievo’ alla sua vittoria. Le relazioni tra i due paesi, infatti, si erano già raffreddate a seguito dell’elezione dell’ormai ex presidente Moon, nel 2017. Al contrario di Moon, Yoon ha dichiarato di voler migliorare i rapporti col Sol Levante proponendo un dialogo costante e frequenti incontri su temi cruciali per entrambi i paesi:      

  • Le dispute bilaterali su questioni territoriali e storiche sono sempre nell’agenda di entrambi dalla fine del secondo conflitto mondiale, momento in cui, con la sconfitta dal Giappone, finì anche l’occupazione nipponica della Corea. Prima che Moon salisse al potere, tuttavia, il settore della sicurezza e del commercio non furono mai influenzate dalla sfera politica.   
  • Negli ultimi cinque anni si è registrato un grande aumento  di cause legali da parte di coreani che dichiarano di essere stati costretti a lavorare per delle industrie giapponesi durante il periodo coloniale, mentre la questione delle “comfort women5 ha di nuovo acquistato forte impeto tra l’opinione pubblica coreana.      

Le relazioni tra i due paesi hanno iniziato a raffreddarsi quando il Giappone, nel 2019, contestò la decisione dell’ ex presidente Moon di dissolvere una fondazione per le comfort women istituita da Corea e Giappone sotto la presidenza di Park Geun-hye nel  2015. Grazie a quell’accordo, il Giappone  avrebbe pagato 1 miliardo  di yen (circa 8.6 milioni  di dollari) come indennizzo per le vittime, concordando che entrambi i paesi avrebbero risolto in questo modo le incongruenze6.  Pare giusto evidenziare, tuttavia, che tale accordo non sia mai stato ben visto dall’opinione pubblica coreana, principalmente perchè pare che durante i negoziati  nessuna delle vittime sia stata mai consultata.  Ad ogni modo, la decisione unilaterale di Seoul di uscire dall’accordo ha scatenato forte disappunto da  parte di Tokyo, che ha  prontamente reagito imponendo restrizioni sugli export di prodotti chimici fondamentali alle industrie sudcoreane per la produzione di microchip. Le dispute continuano anche in ambito territoriale: con la rivendicazione da entrambe le parti delle isolette chiamate Takeshima (per i giapponesi) o Dokdo (per i coreani).  Queste isole si trovano nello stretto di mare in mezzo ai due paesi e sono attualmente occupate da una base della polizia sudcoreana.     

Dati i recenti sviluppi sopra elencati,  è più chiaro ora capire il motivo per cui, per il Primo Ministro (PM) giapponese Fumio Kishida e per il suo Partito Liberaldemocratico (LDP o 自民党 jimintou), un  conservatore  alla guida della Corea del Sud sia una notizia più che positiva in vista di eventuali progressi nella relazioni tra i due paesi.  Le speranze di Tokyo riguardano anche una possibile linea comune in tema di politica estera verso altri stati asiatici quali Cina e Corea del Nord e, inoltre di un possibile ingresso della Corea del Sud nella prima citata alleanza del QUAD per concretizzare la speranza nipponica di ‘uno spazio libero e  aperto per le relazioni tra i paesi dell’Asia-Pacifico7.        

Secondo le dichiarazioni rilasciate dal nuovo presidente Yoon, sembra proprio che le speranze di Tokyo possano essere esaudite e forse il clima di tensione tra i due paesi potrebbe distendersi dopo anni. Yoon infatti ha dichiarato di voler portare a una svolta nelle relazioni coreano-giapponesi promuovendo una prospettiva “orientata verso il futuro”. Come nuovo presidente, Yoon ha deciso di dare spazio a nuove negoziazioni con il Giappone, molto più di quanto Moon non abbia fatto. Tuttavia, sembra che sarà comunque difficile per la Corea del Sud migliorare i rapporti con il Giappone, avendo essa posto istanze molto duresia in tema di risoluzione delle dispute storiche, sia nell’ottenere delle scuse formali per i crimini commessi dai giapponesi durante il periodo coloniale potrebbe essere un’impresa quasi impossibile.

In un’intervista per The Diplomat, Nam Ki-Jeong, professore di studi giapponesi alla Seoul National University, ha dichiarato che “fare delle scuse sincere a Seoul in nome di una prospettiva orientata verso il futuro non rientra minimamente nei piani di Tokyo”. Il Giappone  infatti sembra essere più dell’opinione che Seoul debba risolvere  da sola i suoi problemi sulle dispute storiche e solo una volta risolti quelli Tokyo sarà pronta a migliorare i rapporti diplomatici e commerciali verso un “futuro migliore”.  

A conferma delle sue intenzioni, il neoeletto presidente Yoon ha inviato una delegazione in Giappone che il 26 aprile 2022 ha incontrato il PM Fumio Kishida. Lo scopo della visita era proprio quello di presentare la sua posizione in tema di relazioni bilaterali tra i due paesi8  prima dell’ufficiale inaugurazione di Yoon come nuovo presidente, che avrà luogo il 10 Maggio 2022. Non è ancora chiaro se Kishida stesso presenzierà all’inaugurazione di Yoon ma, se così fosse, sarebbe la prima volta che un primo ministro giapponese presenzia  all’insediamento di un presidente sudcoreano dal 20089. Sarà solo il tempo a dirci se il suo piano per migliorare i rapporti tra i due paesi si riuscirà a concretizzare con la cooperazione  del Giappone.  In conclusione, il nuovo presidente non sembra, quindi, essere particolarmente apprezzato dalle potenze occidentali per i suoi ideali estremisti e antifemministi. Per Tokyo, invece, potrebbe rivelarsi un alleato necessario per far fronte alle mire espansionistiche della Cina nell’area del Pacifico e per contrastare la Corea Del Nord10.   

Note

  1. 韓国の尹次期大統領、閣僚8人指名 任命は難航の可能性も | 毎日新聞
  2. http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20211020000802
  3. 韓国大統領選、保守派野党候補の尹氏が勝利 得票差は1%未満 – BBCニュース
  4. 韓国大統領選、保守派野党候補の尹氏が勝利 得票差は1%未満 – BBCニュース
  5.  Donne obbligate a lavorare in bordelli a servizio dei militari giapponesi durante gli anni di occupazione dell’impero nipponico.
  6.  Il fondo per le confort women venne istituito nel 2015 tra l’allora primo ministro Shinzo Abe e l’ex presidente sudcoreana Park Geun-hye. Lo scopo ultimo del fondo era quello di risolvere una volta per tutte gli attriti intorno a questo tema che per lungo tempo hanno influenzato le relazioni tra i due paesi. Oltre all’indennizzo menzionato nell’articolo, l’accordo prevedeva anche scuse formali da parte del Giappone, la rimozione della statua di una confort woman posta davanti all’ambasciata giapponese a Seoul, ed entrambi i paesi si sarebbero impegnati a collaborare evitando di strumentalizzare la questione a scopo di critica reciproca. (BBC, 28 dicembre 2015)
  7.  In Japan, relief as South Korea votes in Yoon Suk-yeol as president
  8. South Korea president-elect to send team to Japan for policy talks – Nikkei Asia
  9.  South Korean president-elect’s team meets Japan’s Kishida – CNA 
  10.  What Will South Korea’s Presidential Election Mean for Japan Ties? – The Diplomat 

Per maggiori informazioni: https://www.japantimes.co.jp/news/2022/03/07/national/politics-diplomacy/south-korea-election-japan-relations/

Copertina: https://www.flickr.com/photos/koreanet/52062297122/

Ilaria Canali

Dopo essersi laureata presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia in Lingua e Cultura Giapponese si è trasferita in Giappone, dove ha appena terminato un Master in Relazioni Internazionali all’Università Ritsumeikan di Kyoto. Attualmente sta conducendo due stage online con due NGO presenti in Giappone. I suoi campi di ricerca comprendono la politica internazionale e il fenomeno delle migrazioni, approfondito nelle sue tesi di laurea, in Europa e in Giappone.

Pubblicato da airali3

Hi! I am Ilaria, and I am from Italy. I just graduated from a University here in Kyoto, Japan. I have spent here the last three years as an ‘expat’. I am passionate about Global Affairs🌏, volleyball, and photography📸

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