Come in Corea vi sono le haenyeo, anche il Giappone ha le sue sirene, chiamate ama (海人; 해인, haein) ossia “persone di mare”.
Interessante differenza che salta subito all’occhio è l’esistenza di uomini che svolgo tale mestiere. Infatti, il termine ama ha resa grafica diversa a seconda che si riferisca alle donne o agli uomini […]
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Yun Dongju: l’anima poetica portavoce di un popolo
Attraverso la composizione di versi carichi di malinconia, riverbero dello stato d’animo di un popolo intero, il poeta è riuscito a trasmettere quei sentimenti caratterizzanti il periodo della colonizzazione giapponese.
Recensione: “Io ci sarò” – Shin Kyung-sook
“Una società violenta e corrotta ci impedisce di comunicare l’uno con l’altro. Una società che ha paura della comunicazione non può risolvere alcun problema. Più si addossa la responsabilità sugli altri e più si diventa violenti.”
La battaglia di P’ohang-dong
Considerata una delle guerre più devastanti della storia moderna, specialmente per il coinvolgimento della popolazione civile, la guerra di Corea ebbe inizio il 25 giugno 1950 con il via libera da parte di Stalin ai piani di Kim Il-Sŏng di invadere il Sud, il KPA, l’esercito popolare coreano della Corea del Nord, a quel punto pronto a muoversi.
L’amore ai tempi del Mujong 
Il XX secolo ha visto la Corea affrontare inenarrabili sfide che hanno avuto ripercussioni in ogni ambito della vita dei suoi abitanti. Per la popolazione coreana non si è trattato solamente di gestire incursioni, combattere la colonizzazione nipponica, assistere ad una guerra fratricida e risollevarsi dalla miseria economica che gravava sul Paese spaccato nella seconda metà del secolo
Il Cinema Coreano nel periodo dell’occupazione giapponese
Uno degli aspetti più distintivi del cinema coreano è la forte componente politica che ha dominato in larga parte il suo intero sviluppo; sin dalla sua introduzione esso è stato influenzato e soggetto a opere di censura da parte degli apparati governativi che si evolveranno e alterneranno in Corea sin dalla fine dell’Ottocento, per poi arrivare ad un periodo di grande apertura e di democratizzazione, in cui la penisola, con particolare riferimento al Sud, conoscerà un’ampia libertà di espressione artistica.
La cultura delle Haenyeo
Le haenyeo, come affiora dalla poesia, pare inizialmente usassero solamente dei calzoncini da bagno in cotone, chiamati Sojungi nel dialetto locale (termine dal quale deriva Mulsojungi), rimanendo quindi parzialmente nude. Poiché vi era una sottile linea di separazione tra abbigliamento da lavoro e vestiario comune, i sojungi erano usati tanto dalle haenyeo come indumento da lavoro quanto dalle donne locali come indumento intimo.
La Regina Inhyŏn, storia di una regina magnanima
Tutti coloro che si sono approcciati alla letteratura coreana si sono sicuramente imbattuti nel romanzo “Mogli, mariti e concubine” (Riotto, 1998), in cui è presente la triste storia della regina Inhyŏn, e ne sono rimasti affascinanti. Ma perché triste storia?
La Guerra di Corea attraverso gli scatti si Max Desfor
Le vicissitudini della Guerra di Corea sono state immortalate da forti quanto strazianti scatti intrisi di verità di Max Desfor, il quale ha lasciato una vera e propria testimonianza dei momenti di un conflitto di cui, forse, non si parla abbastanza. L’eredità fotografica di Desfor, ampia e travolgente, ha contribuito a far aprire gli occhi su tale evento, dandone voce il più possibile.
Haenyeo: le donne patrimonio dell’UNESCO
Sebbene questa “tendenza” a considerare la donna inferiore sia tutt’oggi diffusa in quasi tutta la penisola coreana, vi è a sud della Corea, un luogo in controtendenza ove le donne ricoprono il ruolo principale e contribuiscono in maniera significativa all’economia non solo famigliare ma anche sociale. Si tratta delle 해녀 (haenyeo) ovvero “donne di mare” (해, hae mare; 녀, nyeo donna) dell’isola di Jeju.