Tomo, Naomi, Kazuko: la rappresentazione delle voci femminili nella letteratura giapponese moderna

Quello dell’emancipazione femminile è un percorso complesso e difficile, che nonostante gli enormi progressi si può considerare ancora oggi ben lontano dall’essere concluso. Nel corso dei secoli tante sono state le autrici che hanno cercato di inserire e far ascoltare la propria voce nei contesti letterari dominati dagli uomini.

Essere un salaryman gay: l’omosessualità maschile nell’ambiente lavorativo e sociale del Giappone contemporaneo

La nozione di salaryman riflette l’etero-normatività dell’uomo nella società giapponese contemporanea. Questi lavoratori di sesso maschile incarnano l’ideale della mascolinità egemonica, di quello che è socialmente previsto e accettabile all’interno di una società giapponese patriarcale.

La guerra in Ucraina e l’inaspettato umanitarismo del Giappone

La guerra in Ucraina si stima abbia già causato 2,3 mln di profughi. Di questi, la maggior parte ha cercato rifugio nei paesi limitrofi con la speranza di raggiungere l’Unione Europea ed iniziare una nuova vita. Diversamente dal passato, l’UE si è dimostrata più compatta del solito a fronte di questa emergenza umanitaria.

Confessioni letterarie: il rapporto tra realtà e invenzione in Ningen shikkaku e Kamen no kokuhaku

Non sono pochi gli autori giapponesi che sono riusciti a rimanere impressi nella memoria del popolo per i propri successi letterari, specialmente se si parla della letteratura del XX secolo. Si distinguono però, in questo contesto, due personalità che sono riuscite ad attirare i lettori non solo per la grande capacità espressiva, ma anche per aver reso molto spesso sé stesse e la propria vita, in maniera più o meno cosciente, oggetto di cronaca. Si tratta di Tsushima Shuji 津島 主事 (1909-1948) e Hiraoka Kimitake 平岡 公威 (1925-1970) meglio ricordati attraverso i rispettivi pseudonimi letterari: Dazai Osamu 太宰 治 e Mishima Yukio 三島 由紀夫. 

Uguaglianza di genere e politica: si può fare di meglio

Secondo stime del World Economic Forum (WEF) il Giappone  è posizionato al 120esimo posto su 156 nazioni per quanto riguarda la disparità di genere (gender gap) che figura come la ‘più profonda tra le economie avanzate’.  Le donne hanno avuto il diritto di voto dopo la fine della seconda guerra mondiale e quando, nel 1946, 13.8 milioni di loro esercitarono questo diritto per la prima volta, 39 donne vennero elette membri della Dieta (il principale organo di governo giapponese).

Kōshin shinkō: un culto sull’orlo dell’oblio

Durante i periodi Nara (710-784) e Heian (794-1185), si ebbe una massiccia importazione della cultura cinese alla quale conseguì la penetrazione di diversi elementi del taoismo nell’arcipelago, uno di questi, il cosiddetto Kōshin shinkō 庚申信仰, ossia il culto di Kōshin, è probabilmente l’esempio più noto dell’influenza taoista in Giappone.

“La ragazza del convenience store”: L’illusione di una società moderna raccontata da Murata Sayaka

Sayaka Murata si è fatta strada nel mondo della scrittura a partire dal 2003, presentando al pubblico giapponese e, successivamente al mondo intero, il suo talento. La sua è stata una vera e propria scalata verso il successo, confermato con diversi premi letterari, tra cui, il più recente Premio Akutagawa, ottenuto grazie al bestseller La ragazza del convenience store (Konbini Ningen コンビニ人間) del 2016, opera che ha venduto oltre 700.000 copie nel paese del Sol Levante.

Umano e non-umano: figure di gatti nella narrativa di Natsume Sōseki e Murakami Haruki

Tanti sono i titoli e le opere che il popolo giapponese ha dedicato alle figure dei gatti, con le quali sembra sentire un’affinità particolare. A volte sono i compagni di viaggio (e di vita) dei personaggi, altre i veri ne propri protagonisti, altre volte ancora diventano metafora e allegoria, il riflesso dei turbamenti non solo di chi dà vita a questi personaggi, ma anche di tutta la generazione di cui gli autori fanno parte.

Lafcadio Hearn e le ombre del cambiamento

Nei suoi testi, dice Hofmannsthal, si ritrova “la vita interiore del paese”, i più remoti villaggi in contrapposizione con quello che il Giappone stava diventando con l’avvento dell’epoca Meiji (1868-1912). La forte spinta verso la modernizzazione stava modificando il setting cittadino ma anche il modo in cui lo spazio urbano veniva concepito e assumeva uno o l’altro significato