Attraverso le sue stesse parole, si possono definire i tratti distintivi di un autore coreano annoverato come uno tra i più prominenti della letteratura degli anni ’60, un’epoca in cui la delusione seguita all’instaurazione del governo militare si intravide tra le pagine di scrittori mossi esclusivamente dal malcontento, in un Paese ed in un’epoca già fin troppo segnati dallo svilimento e dall’incertezza.
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Riflessioni sulla società virtuale sudcoreana
Tra i sudcoreani – in un contesto storico di rapidissima industrializzazione e democratizzazione del Paese che lascia spazio alla nascita di importanti problematiche socioculturali – in particolar modo coloro che si sentono vittime di un sistema ingiusto trovano in internet un luogo in cui costruirsi una nuova identità, un luogo in cui non essere più gli oppressi ma i detentori del potere, proprio in virtù del loro essere “perdenti” nella vita reale.
Nam June Paik: un ponte tra l’Oriente e l’Occidente
Nam June Paik, unanimemente riconosciuto dalla critica come padre della videoarte, costituisce forse una delle figure artistiche più poliedriche e interessanti della seconda metà del ‘900.
L’immortalità delle “dal hangari”
Con l’avvento dell’ideologia Neo-confuciana, adottata dalla corte per istituire un nuovo sistema sociale che si distinguesse dal regno precedente, l’arte dovette rinnovarsi e adattarsi ai nuovi cambiamenti e la porcellana bianca risultò essere la rappresentazione più esemplare dei valori cardine di questa filosofia, poiché la prevalente mancanza di decorazioni e l’assenza di colore incarnavano purezza, modestia, semplicità e armonia con la natura.
Le belle donne del periodo Chosŏn
Nel tardo periodo Chosŏn (1392-1910), nasce e si diffonde in Corea la pittura di genere, che ci permette oggi di osservare come vivevano gli abitanti della penisola coreana.
Evento: “Corea e Coreanità nell’Arte Contemporanea”
“Corea e Coreanità nell’Arte Contemporanea”, ciclo di webinar nato dalla collaborazione tra il blog Viaggio in Corea e Asiatika – Rivista di Studi Orientalistici, allo scopo di mostrare un lato diverso di una Corea sempre più al centro dell’attenzione mediatica. Esibizioni, installazioni d’arte, scultura, pittura, fumetto digitale e non: come la cultura coreana tradizionale si connette all’arte contemporanea diventando un mezzo per riscoprire il proprio retaggio culturale e condividerlo con il mondo in una nuova veste.
Il fenomeno del turismo medico in Corea del Sud
Negli ultimi anni, l’industria del turismo medico sudcoreano ha registrato un notevole aumento nel numero di pazienti stranieri, da 60.201 nel 2009 a 364.189 pazienti nel 2016 con un tasso di crescita annuo di circa il 22% (Seo & Kim, 2019). Ci sono alcuni fattori critici che hanno contribuito a tale crescita, ovvero: tecnologie mediche avanzate a prezzi accessibili, attività turistiche, assistenza post-operatoria, il fenomeno della Korean Wave o Hallyu e gli incentivi governativi volti a sviluppare ulteriormente l’industria del turismo medico.
Il fenomeno del cineturismo come strumento di esportazione della “coreanità”
Fin dal principio, i drama coreani hanno contribuito attivamente alla diffusione del fenomeno dell’Hallyu 할류, la cosiddetta Korean Wave, favorendo non solo la diffusione della cultura coreana in tutta l’Asia come un brand commerciale, ma anche stabilendo una nuova forma di turismo chiamato “screen-tourism”, in italiano “cineturismo”, un termine utilizzato per descrivere la conseguente pratica di visitare un luogo apparso sul grande o piccolo schermo.
Il ritratto della donna coreana contemporanea e il fenomeno letterario Cho Namju
Il 1953 si designa come l’anno in cui fu introdotto il cosiddetto sistema hoju 호주제 (戶主制), un registro delle famiglie il cui significato indica proprio quello di “capofamiglia”, conferendogli una natura patriarcale in linea con la tradizione confuciana su cui la società ha sempre fissato le proprie salde radici. La sua influenza sulla traccia che ogni famiglia avrebbe dovuto seguire per costituire un ritratto tradizionale, ha fatto sì che gli uomini ricoprissero, da sempre, ruoli privilegiati e di responsabilità, come nel caso dei padri al vertice e dei figli maschi al seguito, mentre alle mogli e alle figlie femmine è sempre spettato il ruolo di mere custodi del focolare o devote figure indissolubilmente legate alla pietà filiale.
Da Yobo a Yoboka: l’ascesa e il declino dell’effective racism nella Corea di epoca coloniale
Questo articolo tratta della nascita politica di una precisa idea o image formation di “razza” coreana in Giappone e di come essa abbia condotto alla politica coloniale di assimilazione culturale giapponese giustificando de facto la discriminazione tra colonizzatori e colonizzati, non solo tra giapponesi, ma anche tra coreani stessi.